Fisioterapista Lucca -Centro medico di fisioterapia Miglianti terapie fisioterapiche in Toscana

Patologie

Sono numerose le patologie trattate dal nostro studio. Di seguito la lista delle patologie su cui abbiamo sviluppato negli anni un’expertise particolare.
Esiti di interventi chirurgici:
  • Distorsioni, fratture e lussazioni
  • Legamento crociato anteriore
  • Artroscopia del ginocchio Artrosi • Stenosi del Canale Vertebrale
  • Artrosi dell’anca o Coxartrosi • Artrosi del ginocchio o Gonartrosi
  • Artrosi Ernie discali vertebrali
  • La Cervicobrachialgia
  • Lombosciatalgia
  • Lombalgia
  • Ernie discali vertebrali
  • Cervicalgia Malattie neurologiche
  • Morbo di Alzheimer e Demenze
  • Paresi facciale periferica
  • Atassie
  • Malattie neurologiche
  • Sclerosi Multipla
  • Morbo di Parkinson
  • Ictus cerebrale Traumi e patologie dello sport
  • Distorsione di caviglia
  • Sindrome Hamstrings
  • Sindrome bendelletta ileo-tibiale
  • Borsite
  • Distorsioni
  • Pubalgia
  • Fascite plantare
  • Traumi e patologie dello sport
  • Postumi da ictus cerebrale e traumi dello sport
  • Fascite plantare, sperone calcaneare, periartrite scapolo-omerale, capsulite adesiva
  • Sindrome del tunnel carpale, epicondilite o sindrome del tennista, epitrocleite o morbo del golfista, morbo di dupuytren,
  • Tunnel cubitale (ulnare)
  • Tendinopatia calcifica
  • Tenosinovite di quervain
  • Neuroma di morton
  • Osteoporosi

Tecarterapia

Cos’è la tecarterapia?
T.E.CA.R è semplicemente un acronimo, che sta a significare: Trasferimento Energetico Capacitivo e Resistivo. Questa recente metodica riabilitativa si avvale di un macchinario che, sfruttando il principio del condensatore, determina uno spostamento di cariche elettriche. Esse stimolano i

tessuti

producendo calore direttamente dall’interno, determinano una vasodilatazione, quindi un maggior afflusso di sangue nella zona sottoposta a trattamento.

Grazie a questo maggiore afflusso di sangue vi è l’eliminazione dei cataboliti, (ovvero i prodotti di scarto del metabolismo cellulare) e dei prodotti dell’infiammazione (es. l’istamina) che ci fanno sentire il dolore. Inoltre, sempre grazie all’aumento della

vascolarizzazione

locale, vi è un maggior apporto di ossigeno e di sostanze nutritive che servono alla guarigione del tessuto (muscolare, osseo, tendineo o nervoso).
A cosa serve?
Grazie alla tecarterapia vengono accelerati i normali processi di guarigione del nostro organismo attivando i normali processi riparativi e antinfiammatori. La sostanziale differenza con le altre forme di

termoterapia

(radarterapia, marconiterapia, raggi infrarossi, ipertermia ecc.) è che il calore viene generato direttamente dall’interno del tessuto e non portato dall’esterno all’interno.
In cosa consiste il trattamento? Come viene eseguito?
Il trattamento viene eseguito mediante due elettrodi: l’elettrodo capacitivo e l’elettrodo resistivo. L’elettrodo capacitivo, rivestito con materiale isolante (ceramica o corindone) agisce sugli strati più superficiali del corpo. A seconda dell’intensità di calore e quindi della potenza erogata dal terapista, si andrà ad agire in maniera diversa sul microcircolo e sul sistema linfatico.
In caso di poco calore, ovvero di poca potenza erogata si ha prevalentemente un effetto di biostimolazione, un effetto drenante e antiedemigeno; in caso invece di potenza erogata più alta, l’effetto sulla vascolarizzazione sarà maggiore e per effetto del calore (sedativo e rilasciante) si ha un maggiore effetto decontratturante sulle masse muscolari e di riparazione delle stesse in caso di un evento lesivo (lesione muscolare).
L’elettrodo resistivo invece, d’acciaio, agisce più in profondità e sui tessuti a maggiore resistenza, ovvero tendini, legamenti, fibro-cartilagini (es. menisco del ginocchio o disco intervertebrale) ossa e nervi. L’elettrodo resistivo ha un maggiore effetto antalgico (contro il dolore) e, durante il suo trattamento, si vanno a creare delle cosiddette correnti di spostamento che irradiano la zona posta tra la piastra (elettrodo neutro) e l’elettrodo resistivo (elettrodo positivo).

È importante dunque creare delle opportune geometrie rispetto alla piastra. Attraverso l’utilizzo della fase capacitiva e resistiva si riesce pertanto ad avere un trattamento completo e differenziato su tutti i tessuti: superficiali e profondi. Inoltre, cosa importantissima, durante la fase capacitiva permette l’integrazione del massaggio eseguito dal fisioterapista, mentre durante la fase resistiva permette l’integrazione di tecniche di terapia manuale e della kinesiterapia, ovvero della mobilizzazione articolare, dello stretching ecc..

Da qui si capisce l’importanza dell’operatore. La tecarterapia è attualmente il mezzo fisico, cioè il macchinario che ha rivoluzionato il mondo della

riabilitazione

, riducendo i tempi di guarigione e consentendo il recupero in tempi molto ridotti rispetto le comuni forme di terapia fisica.
Per cosa può essere utilizzata la tecarterapia?
Le indicazioni terapeutiche della Tecarterapia sono molteplici:
  • Distorsioni ed edemi
  • tendiniti e borsiti
  • lesioni muscolari, tendinee e legamentose
  • traumi contusivi
  • traumi ossei e osteoarticolari
  • riabilitazione post-chirurgica
  • cervicalgie e cervicobrachialgie
  • lombalgie e lombo-sciatalgie
  • meniscosi e lesioni meniscali (es. del ginocchio) • algie croniche
  • capsulite adesiva
  • condropatia femoro-rotulea
  • sindrome pubalgica
  • coxartrosi e gonartrosi
  • fascite plantare
Ci sono controindicazioni? La possono fare tutti?
La tecarterapia non ha controindicazioni ad eccezione di quelle relative a tutte le apparecchiature elettromedicali, come la presenza di pacemaker o le donne in gravidanza. Non ha effetti collaterali e ciò consente di applicarla in tempi molto ravvicinati al trauma, ripetendola eventualmente anche due volte nell’arco della stessa giornata, a vantaggio dei tempi di recupero motorio e di guarigione.

Può essere associata senza problemi ad altre terapie. Non costituisce impedimento all’esecuzione di sedute di tecarterapia la presenza di protesi metalliche all’anca, al ginocchio o alla spalla, o nel caso di pazienti con problemi di sensibilità del calore (es. diabetici); basteranno solo degli opportuni accorgimenti.

Onde d'urto

Le onde d’urto rappresentano un efficace strumento di terapia non invasivo, che ne consente un uso trasversale nel trattamento di diverse patologie. Vengono definite come onde “d’urto” per via della loro natura di onde acustiche ad alta energia, emesse da generatori elettromagnetici come impulsi ad elevata intensità e breve durata, veicolate all’interno del corpo umano, che si focalizzano con precisione sulla parte da trattare.
La tecnica è stata ideata negli anni ‘70 ed impiegata nella litotrisia, il trattamento dei calcoli urinari, con la finalità di produrre dei microtraumi in grado di accelerare i processi biologici di rigenerazione corporea, favorendo la vascolarizzazione sanguigna e il ricambio cellulare. Il suo ingresso nell’ambito ortopedico e fisioterapico risale agli anni ‘90 per il trattamento di varie patologie, come la pseudoartrosi e le calcificazioni tendinee e periarticolari.
Negli ultimi anni, inoltre, grazie al miglioramento della tecnologia, il suo utilizzo si è esteso ad uno spettro sempre più ampio di patologie dell’apparato muscolo-scheletrico, ottenendo risultati significativi soprattutto nelle

tendiniti, fibrosi e contratture muscolari

. I suoi effetti sono di tipo meccanico e possono essere distinti in effetti di tipo diretto e di tipo indiretto. L’effetto diretto sul tessuto della zona bersaglio è provocato dalla trasformazione delle onde d’urto in energia cinetica, che, attraversando le diverse densità corporee (osso-muscolograsso), producono un’ulteriore reazione di riflessione e di trasmissione, responsabile della frammentazione delle calcificazioni e del riassorbimento delle strutture disintegrate.
L’effetto indiretto è relativo alla conseguenza del passaggio dell’onda pressoria ed è definito come fenomeno della cavitazione. Può essere descritto come la formazione di microscopiche bolle di gas che, al sopraggiungere della successiva onda pressoria, vengono colpite ed implodono, superando le resistenze elastiche del tessuto circostante, andando a favorire una maggiore e profusa vascolarizzazione. Gli effetti sopradescritti sono, pertanto, alla base di diversi esiti biologici che vengono innescati dall’utilizzo delle onde d’urto, che hanno la doppia funzione di agire sia sui sintomi che sui meccanismi responsabili della patologia.
Tra questi i più rilevanti risultano:
  • Azione osteoinduttiva: stimola l’attività osteoblastica e la produzione di collagene, utile nei casi di pseudoartrosi e/o nei ritardi di consolidazione ossea.
  • Azione iperemica: consente una riduzione delle tensioni muscolari e una più rapida risoluzione delle contratture muscolari.
  • Effetto angiogenetico: provoca due reazioni. La prima, precoce e transitoria, è determinata dall’apertura degli sfinteri capillari, anche detto effetto “wash out”, che accelera la rimozione dei cataboliti e aumenta l’ossigenazione; la seconda, tardiva e stabile, si manifesta con una maggiore capillarizzazione locale.
  • Effetto analgesico: viene promosso da una modificazione indotta dell’eccitabilità della membrana cellulare, che impedisce la formazione di potenziali d’azione e la percezione dello stimolo algico. Inoltre, viene indotto un massivo rilascio di endorfine, che permette di diminuire la sensibilità locale al dolore.
  • Effetto antinfiammatorio: è innescato da una riduzione della concentrazione della sostanza P e delle molecole di istamina, presenti nel focolaio flogistico, che sono coinvolte nella generazione sia dello stimolo dolorifico che nell’organizzazione dell’edema perilesionale.
Principali Indicazioni
Le indicazioni terapeutiche delle onde d’urto sono molto ampie
  • Entesopatie croniche
  • Tendinite del ginocchio
  • Tendinite del tendine d’Achille
  • Tendinopatie calcifiche e non della spalla
  • Stiramenti e contratture muscolari
  • Calcificazioni muscolari
  • Trattamento dei trigger points
  • Epicondiliti
  • Esostosi dell’articolazioni della mano
  • Borsiti
  • Achillodinia
  • Sperone calcaneare: spina calcaneare e fascite plantare
  • Sindrome del tibiale anteriore
  • Sindrome Rotulea
  • Pubalgia
  • Trattamento del tunnel carpale
  • Ipertonia di origine neurologica
  • Esiti cicatriziali
Controindicazioni
È importante precisare che, in alcune categorie di pazienti, l’esecuzione di terapia con le onde d’urto non è consigliata. Si fa riferimento ai pazienti con: neoplasie, coagulapatie, polineuropatie, portatori di pace maker, soggetti in gravidanza e in presenza di nuclei cartilaginei di accrescimento, come nel caso di pazienti molto giovani.

In conclusione, risulta chiaro comprendere come la terapia con le onde d’urto rappresenti una risorsa indispensabile da integrare ad un trattamento riabilitativo rivolto ad un effettivo ed efficace recupero.

Magnetoterapia

Che cos’è la “magneto”?
Noi viviamo in un campo magnetico che viene misurato in “Gauss”. Tutte le cellule che compongono i nostri tessuti hanno un potenziale elettrico; se noi consideriamo che il corpo umano è percorso da correnti elettrodinamiche, ci potremmo rendere conto di come una frattura, una pseudoartrosi, una ferita, o altre lesioni cutanee possano interrompere tale flusso e da qui dedurre l’importanza e l’efficacia della magnetoterapia. La magnetoterapia è una forma di terapia fisica che sfrutta i campi magnetici pulsanti. Il campo magnetico può essere prodotto da un solenoide cilindrico o da due contrapposti.
Quali sono gli effetti?
Per un utilizzo corretto bisogna tener presente i seguenti concetti fondamentali:
  • Intensità molto basse: (fino a 10 Gauss) sono sedative, riequilibrative del sistema nervoso ed in presenza di una componente psico-somatica.
  • Intensità alte: (40-70 Gauss) sono molto utili nelle patologie degenerative e croniche (es. osteoporosi ed artrosi)
  • Intensità altissime: (oltre i 70 Gauss) vengono utilizzati in processi chiamati “sferzate biologiche”
Quali sono i tempi di applicazione?
Tempi di applicazione variano da 30-60 min a seconda della patologia; 20-30 min a scopo analgesico. Nel caso di fratture o ritardo di consolidazione delle stesse la durata seduta può arrivare fino qualche ora al giorno, anche in funzione del tipo di macchinario.
Per cosa è utile?
  • Fratture ossee
  • ritardi di consolidazione
  • artrosi
  • Osteoporosi
  • piaghe, ferite, ulcere, ustioni, psoriasi
  • algie varie
Quando è controindicata?
Controindicazione assoluta è rappresentata da portatori di pace-maker e donne in gravidanza. Troviamo inoltre l’ipertensione, gravi cardiomiopatie e neoplasie. Non deve essere mai utilizzata in processi che prevedono calcificazioni dei tessuti biologici. In pazienti con protesi articolari bisognerà verificare prima l’escursione articolare, in quanto se ci sono processi di fibrosi o di ossificazione, calcificazione, questi verranno accelerati notevolmente.
Il paziente che ha una protesi articolare, o comunque mezzi di sintesi, può fare delle sedute di magnetoterapia?
La magnetoterapia non si avvale del principio di calore, può dunque essere applicata in maniera pulsata anche in caso di mezzi di sintesi (protesi, placche e viti, chiodi endomidolari ecc.) perché si producono solo 0,3-0,4°C.
Ci sono alcune precauzioni da dover adottare?
Per eseguire correttamente la seduta ed evitare spiacevoli inconvenienti. Il paziente dovrà eliminare ogni parte metallica esterna, cinte monete, orologio e carte magnetiche tipo bancomat, schede magnetiche tipo badge (cartellino di lavoro), perché si possono smagnetizzare!

N.B. presso il nostro studio possibilità di noleggio del macchinario per Magnetoterapia in caso di utilizzo giornaliero superiore ai 30 minuti.

Raggi infrarossi

Che cosa sono i raggi infrarossi?
I raggi infrarossi hanno una lunghezza d’onda compresa tra i 7.600-150.000 angstrom ma comunemente in pratica vengono utilizzate radiazioni intorno ai 40.000 angstrom. Scoperti nel 1800 da un astronomo inglese, i raggi infrarossi non sono visibili a occhio nudo (all’interno dello specchio luminoso la banda a infrarossi è quella che immediatamente vicina alla banda rossa della luce visibile), sono raggi a bassa frequenza e capaci di emettere calore. Proprio quest’ultima caratteristica ne ha favorito l’applicazione in campo medico ed estetico.
Da dove viene il calore? Qual è la sorgente di calore?
La sorgente di calore è rappresentata da una lampada a filamento di carbone o tungsteno.
Che effetto hanno i raggi infrarossi? A cosa servono?
L’effetto principale degli infrarossi è un’azione termica e per questo tale forma di terapia viene utilizzata per preparare il paziente al massaggio o alla kinesiterapia. Il calore blando infatti, ha effetto sedativo e rilassante!
Quanto dura la terapia?
L’applicazione locale viene effettuata per 20-30 minuti con una lampada posizionata a 50-60 cm dalla zona da trattare. La parte da trattare va denudata e le radiazioni penetrano fino a 0,5-10mm sotto la cute.
Per cosa sono utili i raggi infrarossi?
  • Preparazione al massaggio
  • Preparazione alla kinesiterapia
  • Reumatismi articolari
  • Contratture muscolari
  • Dolori muscolari
Quali sono le eventuali controindicazioni?
Gli infrarossi sono sconsigliati in caso di dermatiti, febbre e presenza di mezzi di sintesi metallici. Correnti antalgiche o elettroterapie antalgiche La somministrazione di correnti elettriche ai tessuti biologici può avere finalità antalgiche, trofiche, stimolanti, oppure può essere utilizzata per permettere il passaggio transcutaneo di preparati medicamentosi.

Il termine “elettroterapia” indica l’utilizzazione a scopo terapeutico dell’energia elettrica in tutte le sue forme. Dalla corrente continua alle correnti variabili. La corrente continua è la cosiddetta corrente galvanica. Essa ha la capacità di veicolare le proprietà medicamentose di alcuni farmaci nella zona da trattare: Ionoforesi, significa infatti, migrazione di ioni, ovvero gli ioni medicamentosi, appunto.

La ionoforesi ha come effetto la regressione dei sintomi circa affezioni dolorose (algie) dell’apparato muscolo-scheletrico, derivanti da: artrite, artrosi, sciatica, lombalgie, cervicalgie, strappi muscolari, tendiniti. Fanno parte invece delle correnti variabili, le diadinamiche e le TENS.
Come funzionano le correnti antalgiche?
Queste correnti antalgiche si basano sull’applicazione, tramite gli elettrodi, di correnti che emanano impulsi alle fibre nervose presenti sotto la pelle. Sono capaci di diminuire la sensibilità dolorifica.
Come?
Tramite l’eliminazione delle sostanze alogene dalla zona in cui è localizzato il dolore, la liberazione di endorfine oppure tramite il blocco spinale degli input nocicettivi. Il principio di funzionamento si basa su un processo fisiologico chiamato gate-control anche conosciuto come “meccanismo del cancelletto“.
Cosa succede non appena ci facciamo male?
Andiamo a poggiare una mano, o ancora meglio andiamo a strofinare una zona.
Cosa stiamo facendo?
La mano poggiata o strofinata sul punto doloroso viene quindi “trasformata” dai recettori in impulso nervoso, il quale poi viaggiando attraverso le vie afferenti arriva al Sistema Nervoso Centrale, dandoci così la percezione del dolore. Queste correnti antalgiche vanno quindi a somministrare un impulso elettrico (maggiore del doloroso) che va ad interferire con quello doloroso “ingannando” così il SNC.

Correnti Diadinamiche

Sono correnti unidirezionali a bassa frequenza compresa tra 50 e 100 Hz, derivate dalla sovrapposizione di due correnti sinusoidali in opposizione di fase e con soppressione delle fasi aventi lo stesso segno. Gli effetti fisiologici generali sono gli stessi della corrente galvanica.
Ci sono vari tipi di correnti: monofasica, difasica, corto periodo, lungo periodo e ritmo sincopato. T.E.N.S è un acronimo inglese che vuol dire transcutaneous electrical nerve stimulation: essa è indicata per il trattamento di dolori cronici articolari e muscolari, permettendo un rilassamento progressivo con successivo smaltimento dei cataboliti.
Per cosa sono indicate queste correnti antalgiche?
L’elettroterapia è indicata per: affezioni muscolari, dolorose e nervose (soprattutto le nevriti); radicoliti (sciatalgia, cruralgia etc.), dolori muscolo-scheletrici, artrosi.
Per chi sono contro-indicate le correnti antalgiche?
Non sono indicate per pazienti portatori di pace-maker, donne in gravidanza, stimolazione peri-cardiaca e qualsiasi reazione allergica accertata alla corrente, ipoestesia cutanea, epilessia.

Laserterapia

Il L.A.S.E.R.
Il L.A.S.E.R (Light Amplification by Stimulation Emission of Radiation) è stato scoperto nel 1960 e non è altro che un’amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazioni.

La radiazione L.A.S.E.R penetrando nei tessuti provoca delle reazioni biochimiche che inducono diversi effetti, i principali sono: vasodilatazione, aumento del drenaggio linfatico, stimolazione metabolica, lieve modificazione del PH inta ed extracellulare.
Grazie a questo il L.A.S.E.R svolge quindi:
  • una forte azione antalgica, contro il dolore, ed è quindi molto utile nella terapia del dolore grazie all’azione sulle terminazioni nervose, sui recettori del dolore e liberazione di endorfine (anestetici naturali)
  • effetto anti-infiammatorio per un’azione a livello della circolazione superficiale periferica, ovvero del microcircolo con conseguente maggior afflusso di sangue grazie alla vasodilatazione dei capillari e delle arteriole
  • effetto anti-edemigeno per aumento dell’assorbimento dei liquidi interstiziali.
La differenza data dalla lunghezza d'onda
La differenza di efficacia nella laserterapia è data lunghezza d’onda, ovvero dalla finestra d’azione in cui opera il L.A.S.E.R in oggetto. La finestra terapeutica è tra i 600 e i 1200 nm. Degli apparecchi L.A.S.E.R che non agiscono in questo range, perché non hanno un’adeguata lunghezza d’onda o adeguata potenza, non vi daranno quindi i risultati sperati……. Ecco perché!

Tra i migliori L.A.S.E.R troviamo dunque il laser Nd YAG 1064 Esso è considerato una metodica comprovata sia negli effetti biologici sia in quelli clinici. Lo sviluppo tecnologico avvenuto negli anni, ha dato all’operatore, un mezzo SICURO ed EFFICACE. I campi di applicazione vanno dalla sintomatologia del dolore, all’infiammazione sia in fase acuta, nei primi giorni, sia in fase cronica.
Indicato in caso di
Il LASER ad alta potenza Nd YAG è quindi indicato in caso di:
  • cervicalgia e cervicobrachialgia;
  • Lombalgia e lombosciatalgia;
  • tendinosi, tendiniti, tendinopatie;
  • borsiti;
  • artrosi e patologie cartilaginee;
  • tunnel carpale;
  • lesioni muscolari, contratture;
  • distorsioni.
In genere si effettuano 10 sedute quotidiane o al massimo a giorni alterni. Lo spiccato effetto antalgico permette risultati sin dalla prima seduta.

Elettrostimolazione

Che cos’è l’elettrostimolazione?
Fisiologicamente la contrazione di un muscolo viene innescata da un’impulso elettrico che viaggia nel nervo motorio e lo raggiunge a livello della sua “placca motrice”; quest’ultima insieme alle fibre muscolari su cui sfiocca, costituisce la cosiddetta “unità motoria”.

L’elettrostimolazione quindi, erogando determinate cariche elettriche e diverse forme di corrente, è in grado di determinare una contrazione muscolare.
Per cosa è indicata?
  • Ipotrofia muscolare a seguito di interventi chirurgici o da non uso a causa di eventi traumatici
  • Paralisi per lesione del secondo neurone (muscolo denervato)
Controindicazioni?
Le controindicazioni sono riconducibili all’intolleranza alla corrente elettrica e a disturbi neuropsichici, oltre che nei portatori di pacemaker.

Pressoterapia

Molte donne cercano oggi una soluzione efficace ai problemi di ritenzione idrica, o ancora si impegnano nella ricerca di trattamenti che sappiano combattere i problemi di cellulite. Oggi esiste un sistema che permette di affrontare, insieme, tutte queste problematiche, e inoltre di asciugare le zone del corpo trattate con effetti dimagranti, specie in persone gravate da sovrappeso.

La soluzione a tutti questi problemi è la cosiddetta pressoterapia, ossia un trattamento medico ed estetico che migliora il funzionamento del sistema circolatorio e del sistema linfatico nella persona che vi si sottopone.
Il termine stesso di “pressoterapia” lascia intuire il metodo attraverso il quale tale trattamento viene applicato, dal tuo medico o dal centro estetico prescelto, sulla donna. Tale trattamento consiste infatti nell’esercizio di una pressione esterna sulla zona trattata, tramite una apparecchiatura specificamente progettata per tale compito.

Solitamente, l’oggetto del trattamento sono gli arti, gambe o braccia che siano, ma anche zona addominale è molto spesso trattata su richiesta del cliente.
I benefici della pressoterapia
L’applicazione sul corpo del trattamento di pressoterapia, indipendentemente da quella che è la zona che viene ad essere trattata nella singola seduta, permette il perseguimento di molteplici effetti, tutti positivi e benefici per il corpo. Ecco allora alcuni dei motivi che spingono le donne a rivolgersi al proprio medico curante, o a un centro estetico specializzato, per ottenere la applicazione di un trattamento di resso terapia.
  • Inestetismi provocati da cellulite
  • Ritenzione idrica
  • Sovrappeso
  • Tonificazione dei tessuti
Tonificare i tessuti
Per quanto concerne un discorso ancora generale, invece, i trattamenti di pressoterapia permettono di tonificare i tessuti del corpo trattato (specialmente gambe, braccia e addome) in modo da favorire sia la circolazione che la eliminazione dei liquidi in eccesso presenti nel corpo.

Ma non solo questo: va detto infatti anche, a seguito di un simile trattamento, la paziente che vi si è sottoposta percepisce una sensazione di benessere generale e una piacevole percezione di leggerezza negli arti trattati.
Chi può sottoporsi a pressoterapia?
Come già abbiamo avuto modo di accennare, la pressoterapia è principalmente un trattamento estetico, atto a migliorare l’estetica del corpo della paziente che vi si sottopone. Al contempo, però, esso comporta anche modificazione e miglioramenti a livello interno: proprio questa circostanza comporta che non tutti possano sottoporsi a questa tipologia di trattamento.

I principali effetti benefici che la pressoterapia determina sul corpo della paziente sono infatti quelli a livello circolatorio: da una incentivata circolazione consegue poi il miglioramento anche da punto di vista estetico. Insomma, la pressoterapia comporta il migliorato andamento e la più efficiente eliminazione di liquidi e linfa.
Questo determina allora che esistono alcune categorie di persone che non possono sottoporsi a pressoterapia, ossia chi soffre di:
    Insufficienza arteriosa o cardiaca
  • Vene varicose
  • Trombosi
  • Donne in cinta
Chiedi al tuo medico curante perché verifichi le tue condizioni fisiche e di salute e decida se tu possa effettivamente o meno sottoporti a pressoterapia. Il consiglio di uno specialista, in particolare in quanto mirato al caso concreto, potrà eliminare ogni dubbio e ogni rischio.
Perché sottoporsi a trattamento di pressoterapia?
Molte persone si chiedono se sia veramente consigliabile sottoporsi a trattamenti di pressoterapia, o se invece sia più opportuno optare per soluzioni differenti, sia in termini di modalità di trattamento che in termini di dispendio economico, o ancora con considerazione della maggiore o minore invasività di questo metodo rispetto ad altri simili.
Da questo punto di vista, la pressoterapia si impone come la soluzione medica più economica per il raggiungimento degli obiettivi che essa permette di ottenere. Se ci si decidesse a ricorrere solo a soluzioni di tipo farmacologico, si finirebbe certamente con l’acquistare una grande quantità di farmaci differenti, senza alcuna certezza sui risultati.
È ovvio che la certezza matematica manca anche nella pressoterapia, ma al contempo vi è una probabilità maggiore, e slegata dalle caratteristiche fisiche della persona, e dalla sua maggiore o minore capacità di rispondere positivamente all’intervento farmacologico.

Sicuramente, poi, la pressoterapia è meno invasiva, non richiedendo la introduzione nel corpo di farmaci, che possono sempre presentare controindicazioni. Proprio per questa ragione, possiamo certo consigliarvi di prestare attenzione alle controindicazioni del trattamento di pressoterapia, e poi, se del caso, di confrontarle con le controindicazioni di altri e simili trattamenti.

Questo vi permetterà di comparare con cognizione di causa i pro e i contro di ciascuno.
Il successo della pressoterapia in Italia
La pressoterapia ha cominciato a diffondersi in Italia solo in tempi più recenti, sulla scorta dei più che rilevanti risultati che questo tipo di trattamento ha raggiunto. Si è dovuto prima di tutto superare lo scoglio determinato dal prezzo di un intero ciclo di sedute che è proprio della pressoterapia, insieme con la necessità di rivolgersi a centri specializzati.
Nonostante tali prime difficoltà, la pressoterapia ha comunque raggiunto una ottima percentuale di presenza su tutto il territorio italiano, con una leggera prevalenza per le zone del nord e del centro Italia. Va anche considerato che la possibilità di sottoporsi al trattamento di pressoterapia presuppone anche la presenza di centri estetici o dermatologi specializzati.
La possibilità di acquistare tali trattamenti anche in promozione o attraverso gruppi di acquisto ha comunque determinato un incremento quasi verticale nella sottoposizione a tale tipologia di trattamento, determinando un effettivo successo. A questo bisogna poi aggiungere gli effetti propri del passaparola, che ha portato grandi gruppi a godere del trattamento e a raccontarne i risultati.
Inoltre, il passare del tempo ha garantito il perfezionamento dei macchinari e delle metodologie di trattamento di pressoterapia, incrementando ancora di più la percentuale di clienti pienamente soddisfatte nei risultati raggiunti. Specialmente, questo, in relazione ai problemi di cellulite, che oggi sempre più attanagliano le donne di ogni età, anche le giovani ragazze. Potrete contribuire voi stesse, se rimarrete soddisfatte da tale trattamento, alla sua circolazione.

Fisioterapista Lucca

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